Acque potabili, analisi e nuovi obblighi con decreto 18/2023

Più certezze sull’acqua destinata al consumo umano

Il 23 febbraio 2023 è stato pubblicato il D.Lgs n.18/23 che recepisce, a livello nazionale, la direttiva (UE) 2020/2184 e apporta ulteriori elementi innovativi. Il nuovo D.Lgs. 18/2023, prevede la conformità con i requisiti minimi in tema di qualità e salubrità al momento del consumo diretto delle acque potabili  il cui rispetto dipende dalla sorveglianza effettuata da parte delle autorità sanitarie nonché dei gestori idrici. In questo articolo proviamo a evidenziare alcune tra le principali novità introdotte dal nuovo decreto.

Tra le novità di rilievo che meritano particolare attenzione ci sono:

  • le modifiche apportate alla natura e ai valori di parametro;
  • la valutazione dei rischi attraverso la redazione dei Piani di Sicurezza Idrici (PSI);
  • la valutazione dei rischi legati alla distribuzione nel tratto di distribuzione interno agli edifici;
  • una comunicazione efficace e trasparente ai cittadini;
  • il miglioramento nell’accesso all’acqua;
  • i requisiti minimi di igiene per i materiali a contatto con l’acqua potabile.

Nuovi obblighi per gli amministratori di condominio

Il decreto 18/2023 obbliga gli amministratori di condominio oppure i responsabili del sistema idro-potabile a richiedere l’analisi della potabilità e salubrità delle acque potabili

Per quanto riguarda il ruolo dell’amministratore di condominio, sono inoltre previsti nuovi obblighi in qualità di responsabile del sistema idropotabile, e più precisamente:

  • Valutazione del rischio (redazione PSI);
  • Adozione di misure preventive e correttive;
  • Valutazione e conformità dei parametri analitici.

Altra importante novità riguarda il sistema informativo, per mezzo del quale annualmente i cittadini riceveranno una comunicazione, che fornirà loro informazioni chiare sulla fornitura idrica, sui controlli effettuati e sulla purezza dell’acqua potabile.

L’approccio basato sulla valutazione del rischio

La novità principale del D.Lgs. 18/2023 è l’introduzione dell’approccio alla sicurezza dell’acqua basato sul concetto di “rischio”. Questo nuovo sistema implica, un controllo “olistico” dell’acqua, garantendo che siano messi in atto gli interventi più efficaci, anche sotto il profilo dei costi, per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento idrico.

Novità importanti riguardano anche limiti più restrittivi per alcuni contaminanti con l’aggiunta di nuove sostanze all’elenco dei parametri chimici da analizzare. Questo rappresenta un passo importante nella protezione della qualità dell’acqua potabile distribuita.

 L’istituzione di nuovi Enti controllori

Per garantire l’attuazione efficace delle nuove disposizioni, il decreto istituisce due nuovi enti:

  • CeNSiA (Centro Nazionale per la Sicurezza delle Acque): Questo ente avrà il compito di supervisionare e monitorare la sicurezza delle risorse idriche a livello nazionale. Sarà un pilastro fondamentale nella protezione dell’acqua e nell’identificazione dei rischi.
  • AnTeA (Anagrafe Territoriale Dinamica delle Acque Potabili): rappresenta un sistema informativo centralizzato per tenere traccia delle risorse idriche potabili a livello territoriale. Questo consentirà un controllo più efficiente e una risposta rapida alle sfide emergenti.

Annualmente l’Autorità Sanitaria Territoriale deve predisporre un piano annuale che regoli la frequenza delle analisi. Inoltre, il  D.lgs. 18/2023 dà diverse indicazioni in merito ai punti in cui avviene il prelievo dell’acqua destinata al consumo umano, dove occorre necessariamente monitorare particolari parametri tra cui, ad esempio, la qualità microbiologica e chimica.

Le frequenza di prelievo e analisi delle acque destinate al consumo umano possono essere eseguite una volta l’anno, tenendo in considerazione  potenziali eventi critici legati ad inquinamento o cambiamenti improvvisi rispetto alla fonte dell’acqua.

LASL territoriale è incaricata della verifica delle acque destinate al consumo umano conformemente a quanto previsto dal decreto, attraverso programmi di controllo regionali che prevedono l’ispezione degli impianti e il prelievo di campioni.

L’inosservanza degli obblighi dettati dal D.Lgs. 18/2023 prevede una sanzione amministrativa che va da 4.000 a 24.000 euro.

Negli ultimi anni come accennato in altri articoli stiamo assistendo a diversi cambiamenti economico-sociali che riguardano la collettività e che di conseguenza richiedono importanti aggiornamenti normativi nella gestione di tutti le questioni che hanno un impatto su tematiche quali igiene alimentare, tutela della salute e della sicurezza.

 

Articolo di Dario Sciacca